Narni con il suo Ponte d’Augusto e San Cassiano, la vallata del Nera fino a Terni e la Cascata delle Marmore furono, in epoca Settecento e Ottocentesca, meta obbligata per tutti i giovani rampolli dell’alta borghesia e nobiltà europea che implementavano la loro cultura sugli itinerari del Grand Tour. Testimoni di questi passaggi sono, oltre agli scritti di intellettuali più o meno celebri, i capolavori dei plenaristi che ritrassero i luoghi sulle loro tele.
Il Grand Tour era un lungo viaggio che, partendo da Londra, attraversava l’Europa continentale per arrivare in Italia dove mete d’obbligo erano le grandi città come Venezia, Firenze, Napoli e Palermo, senza tralasciare testimonianze “minori” che si incontravano lungo il tragitto.
Tali opere possono essere veicolo di promozione turistica grazie anche al fascino, rimasto pressoché immutato, dei luoghi rappresentati. Questo è quanto ha dichiarato l’assessore al turismo e alla cultura del comune di Narni che, in collaborazione con Terni, si propone di restituire al visitatore del secondo millennio le sensazioni e le atmosfere di allora, quelle che poterono apprezzare i grandi pittori e i grandi scrittori che attraversarono l’Umbria del sud.
Un primo appuntamento si è tenuto lo scorso weekend alle Cascate delle Marmore dove si è rievocata la visita da parte di Mary Shelley, autrice del celeberrimo Frankenstein.